17 gennaio 2010

Ciao Zio Gigi



Il mio personale ricordo di Zio Gigi è quella di un uomo buono, ironico e taciturno con il naso un po' schiacciato "perché da giovane aveva fatto la boxe" (questo era il mio pensiero di bambino).
Lo ricordo in tanti, tantissimi momenti della mia vita, sempre insieme a Zia Mirella, perché io e M. (suo figlio) siamo cresciuti insieme, noi al settimo, loro all'ottavo piano del palazzo di Milano dove abitavamo.
Voglio, però, ricordare una speciale immagine che conservo dall'infanzia: quella di Zio Gigi seduto alla tavola della loro sala da pranzo mentre batteva a macchina il suo romanzo "La notte del duemila", avrò avuto 7 o 8 anni, di certo ero alle elementari. Batteva incessantemente a macchina con una velocità che a me pareva incredibile. Ci passava un sacco di ore, a quella macchina per scrivere, ed io, che lo vedevo passando per andare a giocare sul terrazzo con M., ero affascinato da quel mondo di parole che vedevo affollare i suoi fogli.
Ricordo che quando vidi il libro stampato pensai: "Ah, ecco cosa stava facendo" e anche: "Caspita, conosco un vero scrittore".
Peccato non esserci conosciuti meglio "da grandi".
Ciao Zio Gigi

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