22 novembre 2009

Giù al nord

Ieri sera ho visto un film delizioso. Si tratta di "Giù al nord" (titolo originale "Bienvenue chez les Ch'tis"), film francese del 2007. Ecco la trama.

Philippe è direttore di un ufficio postale in Provenza. Obbligato al trasferimento tenta di farsi mandare in Costa Azzurra e, per ottenere l'assegnazione, inscena un trucco che viene scoperto. A questo punto potrebbe temere il licenziamento. Invece gli accade…di peggio. Viene destinato all'ufficio postale di Bergues nel Nord-Pas de Calais. Non c'è nessuno che non lo compatisca, perfino un agente della polizia stradale lo commisera quando viene a conoscenza della sua meta. La moglie, caduta praticamente in depressione alla notizia, non lo segue. Giunto a destinazione tutto sembra così come era stato narrato. I locali parlano un dialetto pressoché incomprensibile, il cibo non è allettante e l'appartamento dove dovrebbe andare a vivere è privo di mobilio. Ma ben presto le cose cambiano. Philippe, grazie all'umanità del postino Antoine e dei colleghi dell'ufficio scoprirà che si può vivere (e vivere bene) anche al Nord ma come farlo capire a sua moglie?
Successo travolgente al box office francese [oltre 20 milioni di spettatori] questo film di Daniel Boom. Un successo quasi inatteso perché il tema non era dei più semplici: il pregiudizio e, soprattutto, un pregiudizio legato a una regione della Francia. Il Nord sopra Parigi (l'area di Lille) è considerato dai francesi un luogo buio, dove fa freddo e piove sempre abitato da gente rude, poco socievole e dai gusti strani. Per di più parlano un dialetto-lingua detto Ch'timi perché in quell'idioma la ‘s' francese suona ‘ch' e il ‘toi' e ‘moi' diventano ‘ti' e ‘mi'. Kad Merad nel ruolo di Philippe riesce a rendere perfettamente il disagio di chi parte con addosso il fardello del pregiudizio verso una destinazione in cui dovrà permanere per un non breve periodo. I primi incontri non faranno che rafforzare la prima impressione ma non si tratta che della facciata. La comprensione è possibile e si sviluppa grazie alle piccole situazioni quotidiane e ad un pizzico di commedia con qualche tratto di surreale (vedi la consegna a domicilio della posta con progressiva ubriacatura dovuta agli utenti ospitali).

Mi è piaciuto molto, anche se devo ammettere che seguirlo in lingua originale mi è costato non poca fatica, a tal punto il dialetto dei francesi del nord è davvero incomprensibile! Un bel film su preconcetti e tolleranza. Lo consiglio davvero a tutti.

2 commenti:

Nolly Drunk (Betty Tossica) ha detto...

"le cosce o le coschie?"

bellissimo quel film

dovrei rivederlo

Alessandro ha detto...

Effettivamente in lingua originale è pazzesco! Tanto per fare un esempio, "sien" (suo) diventa "chien" (cane): buffissimo. Io non ho visto la versione in italiano ma sono sicuro che i traduttori devono aver sudato sette camice, per rendere l'effetto esilarante che si ha in francese...

Grazie per la visita.
A