16 marzo 2006

Amor delle mie viscere (Garcia Lorca)

Amor delle mie viscere, viva morte,

invano aspetto tue parole scritte

e penso, con il fiore che appassisce,

che se vivo senza di me voglio perderti.

Il vento è immortale. La pietra inerte

non conosce l'ombra né la vita.

Cuore interiore non ha bisogno

del miele gelato che la luna versa.

Ma ti ho sopportato. Tagliai le mie vene,

tigre e colomba sulla mia cintura

in un duello di morsi e di gigli.

Calma, dunque, con parole la mia follia

o lasciami vivere nella mia serena

notte dell'anima ormai per sempre oscura.

Nell'immagine, un disegno dell'autore risalente al 1929.

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