14 gennaio 2006

Soprattutto non traditemi più (Claudel a Rodin)

Agosto 1886
Camille Claudel a Auguste Rodin

Caro amico,
Sono davvero adirata di apprendere che siete ancora indisposto, sono sicura che vi siete lasciato andare agli eccessi del cibo in una delle vostre solite maledette cene, con la solita maledetta gente che detesto, che si prende il vostro tempo e la vostra salute senza darvi in cambio nulla. Ma non voglio dire niente, perché so di essere impotente nel preservarvi dal male che vedo. Come potete lavorare al bozzetto del vostro volto senza modello? Ditemelo, ne sono molto preoccupata.
Mi rimproverate di non scrivervi abbastanza a lungo ma voi stesso non mi inviate che poche righe banali e indifferenti, che non mi divertono affatto.
Potete ben immaginare che io non sia molto gaia qui; mi sembra di essere così lontana da voi! e di esservi completamente estranea! C’è sempre qualcosa di assente che mi tormenta...


1886 ?
Auguste Rodin à Camille Claudel

Mia feroce amica,
La mia povera testa è davvero malata, e non ce la faccio ad alzarmi stamattina. La sera, ho percorso (per ore) senza trovarti i nostri luoghi. come mi sarebbe dolce la morte! e com’è lunga la mia agonia. Perché non mi hai aspettato alla studio? Dove vai? a che dolore ero destinato. Ho dei momenti di amnesia dove soffro meno, ma oggi, il dolore implacabile resta. Camille, mia amata malgrado tutto, malgrado la follia che sento sopraggiungere e che sarà opera vostra, se tutto questo continua. Perché non mi credi? Abbandono il mio Studio, la scultura; Se potessi andare ovunque, in un paese dove dimenticare, ma non ce ne sono. Ci sono dei momenti in cui credo francamente che ti dimenticherò. Ma dopo un attimo, sento la tua terribile potenza, Abbi pietà, cattiva. Non ne posso più, non posso più passare un giorno senza vederti. Altrimenti l’atroce follia. È tutto finito, non lavoro più, divinità malefica, e malgrado questo ti amo con furore (...)


Luglio 1891
Camille Claudel a Auguste Rodin

Signor Rodin
(…) Non potete immaginare che bel tempo fa a L’Islette.
Oggi ho mangiato nella sala di mezzo (che serve da serra) dalla quale si vedono entrambe i lati del giardino. (…)
Ho passeggiato nel parco, è tutto falciato, fieno, gramo, avena, si può andare in giro ovunque, è affascinante. Se siete gentile, a mantenere la vostra promessa, conosceremo il paradiso. Avrete la camera che vorrete per lavorare. La vecchia sarà ai nostri piedi, credo.


Mi ha detto che potrò fare il bagno nel fiume, dove lo fanno anche sua figlia e la cameriera, senza alcun pericolo.Col vostro permesso, farò altrettanto perché è un gran piacere e poi mi eviterà di andare ai bagni caldi di Azay. Sareste davvero gentile ad acquistarmi un piccolo costume da bagno, blu scuro con galloni bianchi, un due pezzi, blusa e pantaloni (taglia media), al Louvre o a buon mercato (in sargia) o a Tours.

Dormo completamente nuda per far credere a me stessa che voi siate qui ma quando mi sveglio non è più la stessa cosa.
Via abbraccio Camille
Soprattutto non traditemi più.





Da: «Correspondance», par Camille Claudel, édition d’Anne Rivière et Bruno Gaudichon; «Art et artistes», Editions Gallimard, 240 p., Mars 2003.

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