22 gennaio 2009

Un «mini-sommergibile» per curare i tumori

Forse a leggere questa notizia Isaac Asimov avrebbe sorriso, o forse si sarebbe rattristato nel vedere che, ancora una volta, la realtà ha raggiunto la fantasia. Quello che il grande scrittore aveva immaginato nel 1966 nel suo libro «Viaggio allucinante» è stato in qualche modo realizzato dall'Università di Tel Aviv: un «mini-sommergibile» biologico dell´ordine di un milionesimo di metro in grado di "navigare" nel flusso sanguigno per scovare i tumori e curarli immettendo delle medicine. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Science, e spiega che il metodo è già stato sperimentato su dei gatti ulcerosi e che i primi prototipi per l'uomo potrebbero essere pronti nell´arco di tre-cinque anni. Ne parla la Repubblica.

«La metodologia - scrive Repubblica - è stata pubblicata su Science ad opera di Dan Peer, del Dipartimento di Ricerca cellulare e immunologia dell´università israeliana. Costruito con materiale biologico, il sommergibile ha dimensioni nanometriche, ossia dell´ordine del milionesimo di metro, ma pur essendo così piccolo è in grado di trasportare e rilasciare medicine che potrebbero essere in grado di distruggere le cellule cancerogene una per una. Spiega Peer: "I mini sommergibili che stiamo costruendo saranno in grado di attaccare obiettivi ben precisi e cellule specifiche. Ogni piccolo sottomarino infatti, può essere mandato direttamente verso la parte ammalata del corpo umano e distruggere solo le cellule ammalate e non quelle sane"».

«Peer - si continua a leggere - ha già raggiunto il proprio obiettivo distruggendo cellule ulcerose nel fegato dei gatti. A differenza di altre ricerche nel campo della nanotecnologia applicata alla medicina che puntano a produrre unicamente medicine in grado di distruggere in modo selettivo parti del corpo ammalate, Peer è il primo ad essere riuscito a costruire una nano medicina che viene trasportata da un nano sommergibile fino al punto in cui la medicina deve lavorare. Peer cioè è riuscito a produrre medicina e mezzo di trasporto».

«Abbiamo sfruttato - spiega il ricercatore - il sistema che il corpo umano usa per difendersi dai virus con un metodo e mezzi del tutto naturali, che non hanno controindicazioni. I primi nano sommergibili per gli uomini potranno essere pronti nell´arco di tre-cinque anni, in quanto devono prima superare una serie di norme mediche internazionali. In un primo tempo la loro attenzione sarà rivolta alle malattie del sangue, del pancreas, della mammella e al cancro al cervello, obiettivi più semplici di altri da raggiungere. Ma non è lontano il giorno in cui qualsiasi parte del corpo potrà essere raggiunta con questo sistema».

Fonte: La Repubblica, 21 Gennaio 2009, pag. 37.

Nell'immagine, il sommergibile di Atlantis (Disney).

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