14 giugno 2006

Perché mi piace l’arte (una poesia, un quadro, una statua)

Mi piace la sintesi con la quale a volte riescono ad essere espressi con poche essenziali parole o tratti o gesti sentimenti complessi come l’amore, la solitudine, la felicità, il dolore, la passione, l’assenza.
Mi piace la capacità di alcune parole-tratti-gesti di evocare immagini e sensazioni, suoni, odori, sentimenti che giacciono seppelliti nelle profondità della mente, che però sa riconoscerle - o forse solo intuirle - non appena le ascolta, le vede, le sfiora.
Mi piace pensare che attraverso l’arte si possa riuscire ad imparare qualcosa di se stessi, pur riflettendo sull’esperienza – le parole, i tratti, i gesti – altrui. Forse dipende dal fatto che, guardando le cose con gli occhi di qualcun altro, poeta, pittore, scultore, riusciamo a vedere più in prospettiva anche noi stessi e le nostre storie personali.
Sono privo delle qualità (e della formazione) necessarie ad esprimere me stesso o la complessità di ciò che mi circonda attraverso queste forme d’arte, che così tanto mi colpiscono e mi affascinano, ma credo che questo non sia un buon motivo per rinunciare a cercare di capirci qualcosa.

Nella foto, “Paola, la colomba e il giocattolo” (1970) di Floriano Bodini (Gemonio 1933 - Milano 2005). Ciao Zio.


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