29 gennaio 2006

Il fungo "semipiaci" (Stefano Benni, 1983)

(…) Ed ecco che quattro camerieri portarono sul tavolo una massiccia zuppiera d’oro. Il maitre batté le mani con solennità.
“Signori! Vi devo spiegare brevemente qual è il modo di mangiare il fungo ‘semipiaci’. Questo fungo è dotato di un… diciamo così, carattere un po’ particolare. Egli si può presentare in tre forme. Io ora scoperchierò la zuppiera: il fungo vi apparirà di un colore bianco, neutrale. Così non ha alcun gusto. Ma se voi gli siete antipatici (uso questo termine impropriamente, perché evidentemente si tratta solo di una particolare sensibilità delle sue spore), ebbene, se gli siete antipatici, diventerà verde, grinzoso e molliccio, e non lo potrete mangiare, perché sarà velenoso come poche cose nell’universo. Se invece gli piacete, il fungo si accenderà di un bel colore rosso e giallo, e sarà un boccone squisito, quale forse non avete mai gustato!”.
“Incredibile,” disse Kook, “e cosa bisogna fare per essergli simpatici?”
“Nulla,” disse il maitre, “il fungo decide di testa sua… o di cappella sua, mi si passi la betise. Voilà, madame e messieurs, il fungo ‘semipiaci’!”
Sul piatto apparve un bellissimo fungo candido e panciuto, una decina di chili almeno. Ruotò un po’ sul gambo esaminando i commensali. Poi cominciò a coprirsi di sfumature arancioni, il gambo s’illuminò di rosso, e in pochi istanti il fungo diventò meravigliosamente colorato. I camerieri applaudirono.
“Complimenti, signori!” disse il maitre, “siete piaciuti al fungo. Ora, non ne dubito, sarà lui a piacere a voi!”
“Già, naturalmente,” disse Caruso, con la forchetta a mezz’aria, “su, comincia ad assaggiare tu, Chulain.”
“Come no! Non capita tutti i giorni di mangiare un fungo a cui sei simpatico… quindi… direi di cominciare da qua… o da qua…” il negro avvicinò il coltello al fungo, senza decidersi.
“Sentite ragazzi, io non mi intendo di funghi, taglialo tu, Kook.”
“No,” disse subito Kook, “io, ecco, mi ero dimenticato di dirlo, ma da piccolo feci una indigestione di funghi chiodini… non posso assolutamente mangiarne… Mei, comincia tu.”
“Eh no!” disse Mei, “mi dispiace, ma non posso accoltellare chi mi ha appena manifestato la sua simpatia.”
“Devo dedurre,” intervenne il maitre, “che non volete mangiare il fungo?”
“No,” disse Chulain, “gli siamo simpatici, come possiamo tradire così la sua fiducia?”
“Bene, signori, non avevo dubbi,” concluse il maitre, “perché, vedete, il fungo ‘semipiaci’ ha una particolarità. Diventa verde e velenoso in presenza di persone malvage e voraci. Diventa colorato e gustoso in presenza di persone dotate di dolcezza e sensibilità. E certamente, nessuna persona sensibile potrà mangiare un fungo che gli ha dimostrato tanta simpatia.”
“E quindi?” disse Mei.
“Quindi, è per questo che il fungo ‘semipiaci’ è un piatto così raro. Perché nessuno lo ha mai mangiato. Quelli che avrebbero voluto non hanno potuto, e viceversa. Questo fungo è la specialità del locale da 50 anni, e non lo abbiamo mai cambiato. Un dessert, signori?” (...)


Da “Terra!” di Stefano Benni (1983)

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