19 gennaio 2006

Edward Estlin Cummings (1894-1962)

A giudicare dalla scarsa presenza delle sue citazioni nei siti italiani, E. E. Cummings non sembra essere molto conosciuto nel nostro paese. Eppure le sue poesie a me paiono tra le più belle ed emozionanti che io abbia letto. Ho perciò deciso di pubblicarne alcune tra quelle che preferisco in questo blog. Comincio però con qualche nota critica e biografica.


La critica
Dalla Nonintroduzione della traduttrice Mary de Rachewiltz ad un’antologia di poesie di E. E. Cummings, pubblicata da Einaudi nel 1987.

“ E. E. Cummings, invitato nel 1952 a tenere lezioni di poesia all’Università di Harvard, nella prima delle sue nonconferenze” [nonlectures] ”, citando la seguente frase dalle Lettere ad un giovane poeta di Rainer Maria Rielke: - Le opere d’arte sono di un’infinita solitudine; niente di peggio che la critica per avvicinarle. Solo l’amore può afferrarle, tenerle e giudicarle rettamente -, così si espresse: - Nella mia orgogliosa e umile opinione queste due frasi valgono tutta la sedicente critica d’arte che sia mai esistita o mai esisterà. Siate di diverso avviso quanto vi pare, ma non scordatele mai; se lo farete, avrete scordato il mistero che siete stati, il mistero che sarete, e il mistero che siete -. Irriverente, quindi, l’ipotesi di un’introduzione critica a Cummings: l’unico modo possibile è usare parole sue. - Sento che una poesia ha un significato diverso per ogni individuo: ma quale di questi significati può essere chiamato quello vero, non so. Posso dirvi solo ciò che una data poesia significa per me -. “


Più oltre, in merito alle stravaganze tipografiche delle sue liriche, la traduttrice cita ancora l’autore.
“ - Con poche eccezioni, le mie poesie sono essenzialmente pitture -. Ma l’intensità e l’individualità più che la grafia pittorica, le immagini e la tecnica verbale ci affascinano nella poesia di Cummings (...): - Ciò che conta in un uomo non è l’idea, ma a quale profondità è radicata -. E ancora: - La patria di un artista è in lui -. E: - Oggigiorno i cosiddetti scrittori non si rendono conto della cosa che fa dell’arte ciò che è. Potete chiamarla nobiltà o spiritualità, ma io la voglio chiamare intensità... Fare cose da solo significa silenzio e solitudine, un concetto completamente in contrasto con la presente epoca di rumore, che si riversa sulla comunità per escludere il momento presente, l’unico in cui il poeta vive... Il semplice pensiero di essere se stessi in un’epoca di personalità interscambiabili deve sembrare supremamente ridicolo -.
E le poesie di Cummings sono – fatte di nulla, fuorché solitudine -. “

Note biografiche
Edward Estling Cummings nacque a Cambrige, Massachussetts, il 14 ottobre 1894 e morì il 3 settembre 1962 nel New Hampshire. Si diplomò ad Harvard nel 1915. Durante la guerra del 14-18 servì sul fronte francese in un’ambulanza americana ma, poco dopo il suo arrivo, fu rinchiuso per tre mesi in un campo di prigionia francese con l’accusa infondata di spionaggio: rientrò quindi in America e non ritornò in Francia che a guerra finita. La sua esperienza militare e la prigionia fornirono il tema per il suo primo libro La stanza enorme (The Enormous Room, 1922), che Lawrence d’Arabia definì “di gran lunga il miglior libro americano sul periodo della guerra”. Dal 1920 si dedicò, oltre alla poesia, anche alla pittura ed al teatro, in versi e in prosa. Nel 1920 e poi nel ’31 soggiornò per qualche tempo a Parigi e viaggiò per l’Europa ed in Russia. In Europa tornò nel 1956 e nel 1960, viaggiando in Italia, Spagna, Francia e Grecia.
Si sposò tre volte. La prima con Elaine Orr nel 1924, dalla quale aveva avuto la sua unica figlia, Nancy, nel 1919. Elaine lasciò Cummings pochi mesi dopo il matrimonio, per trasferirsi in Irlanda con un ricco banchiere, portando la figlia con sé: Cummings non rivedrà la figlia fino al 1946. Il secondo matrimonio fu con Anne Minnerly Barton, nel 1929, e durò 3 anni.


Nel 1932, anno della seconda separazione, Cummings incontrò Marion Morehouse, modella di moda e fotografa, che vivrà al suo fianco per tutto il resto della sua vita.

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