11 gennaio 2006

Claudel e Rodin - La storia in pillole

Camille Claudel (1864-1943) è bellissima, occhi blu e capelli neri, ed è anche molto determinata: fin da piccola disegna e scolpisce con grande fatica fisica. Nasce a Villeneuve-sur Fère l'8 dicembre 1864 e comincia a modellare le sue prime figure in terracotta nella seconda metà degli anni Settanta. Nel 1881 si trasferisce a Parigi con la famiglia (madre anaffettiva, padre rigido, fratelli che la ignorano perchè la giudicano "strana").





Quando conosce Auguste Rodin (1840-1917), che i francesi paragonano a Michelangelo, Camille ha solo 17 anni e lui 24 più di lei. Le dà lezioni e, quindi, la ammette al suo atelier. Camille e Auguste diventano amanti e iniziano un rapporto burrascoso (lui ha un'altra donna che non lascerà mai e un figlio). Compiono viaggi assieme in varie regioni della Francia e aprono uno studio comune in 68, boulevard d'Italie.





La relazione professionale e pedagogica che unisce Rodin a Camille, si va via via approfondendo per divenire infine una passione reciproca senza misure. Per dieci anni i due scultori vivranno e creeranno in uno stato di simbiosi sorprendente. Lo dicono le loro opere: L'Eternel printemps, Je suis belle o La Valse parlano di amore e di passione condivisa. Malgrado il fervore artistico e sentimentale che lega Rodin e Claudel, la fine del secolo vedrà attenuarsi la passione e deteriorarsi i loro rapporti.



Nel 1888 Camille incontra Claude Debussy con cui ha una breve relazione e l'anno successivo il rapporto con Rodin, sempre più tormentato, s'interrompe. Entrambi continueranno ad arricchire le proprie opere, ma lavoreranno in maniera sempre più indipendente, mentre le crisi di gelosia dell’innamorata diventeranno sempre più violente, fino al punto che, nel processo di annientamento di se stessa, Camille arriverà anche a distruggere le sue opere.

Rodin non smetterà mai di produrre, mentre Camille sarà poco a poco paralizzata da una sofferenza interiore che imporrà il silenzio alle sue mani. Seguiranno per lei l’internamento e l’isolamento; per lui un dolore empatico.

La fine della relazione, durata dodici scandalosi anni (1881-1893), porterà, infatti, Camille alla follia. A causa del progressivo aggravarsi delle sue condizioni, il fratello Paul - diplomatico, poeta e drammaturgo cattolico - nel 1913 la farà ricoverare in un manicomio, dove l'artista resterà fino alla morte, il 19 ottobre 1943, 26 anni dopo Auguste Rodin.

Ossessionato dal volto di Camille, Rodin fisserà la sua bellezza diafana in sontuosi busti di gesso, di marmo e di bronzo. Soffrirà fino all’ultimo d’aver visto estinguersi l’ardore creativo che bruciava nelle vene di colei che egli aveva soprannominato una volta « la mia feroce amica » e che considerava una donna di genio.

Ne L'age mur, Camille Claudel trasporrà l'immagine del suo dolore per la perdita di Rodin in una giovane donna inginocchiata, con le braccia protese in direzione di un uomo che si allontana volgendole le spalle, senza voltarsi indietro, avviluppato da una figura femminile, rappresentante la morte.





Per saperne di più:
http://www.camille-claudel.org
http://www.camilleclaudel.asso.fr

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